A quattro anni Chopin suonava già il pianoforte. Sergio Marchegiani ha cominciato un anno dopo, se pure con un secolo e mezzo di distanza. Una strana assonanza quella fra il compositore polacco e il giovane pianista alessandrino che, stregato da Chopin sin da bambino, ha camminato in un certo senso con lui per questi suoi primi 40 anni scegliendo, infine, che il suo album di esordio, doppio Cd ‘Nocturnes’, fosse l’integrale dei Notturni di Chopin. Una sfida grande, ma evidentemente anche irrinunciabile per questo stimato pianista che ha tenuto centinaia di concerti in tutta Europa, in Nord e Sud America, Asia e Australia, nelle più prestigiose sale da concerto del mondo, tra cui Carnegie Hall, Philarmonie di Berlino, Musikverein e Konzerthaus di Vienna, per citarne solo alcune, e che si è esibito come solista con importanti orchestre tra cui i Berliner Philarmoniker e la New York Symphony Orchestra, registrando inoltre in Italia (Rai Radio 3), in Francia (Radio France, in diretta nazionale dalla Roque d’Anthéron), Repubblica Ceca (Radio 3, in diretta nazionale dalla Dvorak Hall), Germania, Russia e Messico. “Ho ancora dentro questo ricordo antichissimo di me a 4 anni con il disco di Vladimir Horowitz, un piccolo 45 giri in cui suonava Chopin. Quello – racconta Marchegiani all’Adnkronos – è stato il seme che ha fatto nascere tutto e da allora è stato un compositore prediletto che mi ha accompagnato tutta la vita e che alla fine mi ha accompagnato anche in questo cd di esordio, ‘Nocturnes’”, un doppio cd uscito per Amadeus Rainbow con l’integrale dei Notturni del compositore polacco. “Di Chopin -continua Marchegiani- mi cattura profondamente la sincerità e la profondità di ciò che trasmette attraverso la sua musica”. “Arthur Rubinstein -prosegue il pianista- diceva che la musica di Chopin è scritta con il cuore e arriva direttamente al cuore di chi ascolta e io ho potuto riscontrare, insieme a moltissime altre persone, che questo è assolutamente vero. Così -sottolinea Marchegiani- accanto a motivi che sono squisitamente musicali e pianistici, è la profondità e sincerità del messaggio musicale di Chopin che mi affascinano moltissimo e credo sia il motivo per il quale questa musica è amata da 200 anni a tutte le latitudini e in tutte le situazioni”. Una musica che “sicuramente ha un legame diretto ed evidente con quella che è stata la storia del compositore. Chopin ha abbandonato la Polonia poco più che ventenne ed è arrivato in esilio a Parigi dove finirà i suoi giorni. Questo suo legame con la patria, che egli amava moltissimo, e con la sua famiglia che, invece, rimase là, lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza e nei Notturni ne troviamo traccia, in moltissime pagine. Anche le vicende politiche del suo Paese, con l’invasione dei russi, trovano un riferimento in molte di queste opere e così, ascoltando e suonando Chopin, io ho l’impressione di raccontare una storia, una vicenda umana”. Non a caso, per Marchegiani, l’emozione che Chopin rappresenta di più è “la nostalgia, questo senso della lontanza e del ricordo dei tempi felici a casa propria con i propri cari”, pur essendo la sua musica, contemporaneamente, “una tavolozza emotiva ricchissima”. “Io ritengo, inoltre -dice Marchegiani- che la musica di Chopin sia universale e attualissima e il fatto che le sue composizioni, che sono molto eseguite, incise e molto popolari, continuino ad essere suonate e ascoltate con una freschezza che ce le fa apparire così vicine a noi, è veramente significativo: questa musica continua a parlarci con una chiarezza e intensità assolutamente contemporanee. Ecco perché tantissime persone continuano ad affollare i concerti della musica di Chopin senza mostrare alcun tipo di stanchezza, anzi come se questo potesse arricchire le loro vite”. Arricchirle e persino alleggerirle da fardelli pesanti: “Penso che la musica di Chopin abbia veramente qualcosa di curativo, non inteso in senso medico o scientifico. Credo cioè – spiega Marchegiani – che Chopin abbia nel suo modo di raccontare qualcosa che arriva veramente in fondo all’anima di chi ascolta. C’è qualcosa che non stanca mai e che avvince in queste composizioni. E questo io l’ho potuto verificare in tanti anni di pratica concertistica”. “Vedere persone di qualunque luogo ed estremamente diverse tra di loro che rimangono letteralmente incantate da un programma interamente basato su Chopin – evidenzia il pianista – mi ha fatto riflettere sul fatto che c’è qualcosa di veramente consolante nell’ascolto di queste opere. Qualcosa che, in qualche modo, può lenire dolori e sofferenze anche profonde che trovano nel concerto un momento di consolazione”. Ed ora cosa attende il pianista Marchegiani? “Il mio prossimo impegno discografico – annuncia – è ‘La stanza degli specchi’, un progetto realizzato con il compositore, che è anche un caro amico, Alberto Colla sulla suggestione di opere del grande repertorio pianistico. Un progetto che in qualche modo ha unito compositore ad interprete. E’ una cosa alla quale tengo molto – confida – e al più più presto ci sarà la registrazione di queste opere che sono inedite”.
Veronica Marino
Adnkronos
14 marzo 2014