Marchegiani ha trovato la giusta respirazione di questa sorta di canzoni senza parole, sapendo andare assai lontano nelle squisite lentezze, osando la malinconia languida del rubato tanto sospirato… ha saputo mostrare l’evoluzione della scrittura di Chopin, più incisiva e meno immaginosa con il passare del tempo. Il pianismo rimane molto arioso, la sonorità ricercata, distesa, sospesa nelle nebbie tumultuose. Della musica pura. L’Est Républicain
31 agosto 2007